Tuesday, December 21, 2010

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THREE PORTALS OF CONSCIOUSNESS - 1

"For me the way into the city sore,
for me the way into the eternal pain, Through me the way
among the lost "...

" These words of color obscure
beheld Written upon the summit of a door. "

The verses sung by Dante Alighieri, in the third canto of the Divine Comedy, refer to the terrible words inscribed on the door diaccesso the street that leads to hell.
If the damned out of hell Dante could hypothetically, they also read these same verses before entering this world of ours? Because, looking at the reality that surrounds us today, more and more I wonder what distinguishes the lives of those who read the caption on this side of that door dall'Alighieri cited by the conditions of those who find themselves further. The exasperation of adaptive effort, has so distracted by the man with the quota did not realize the infernal global condition in which it is experiencing? There are over six billion people who are adattate ad una situazione di misera sopravvivenza!
L’economia mondiale è allo sfascio, la giustizia sociale è ormai sinonimo di ingiustizia, osiamo chiamare “bambini” il quarto della popolazione mondiale che usiamo come macchine da lavoro, che sfruttiamo ed abusiamo sessualmente, che vendiamo come bestie da cortile, che lasciamo morire di fame e malattie, abbandonati negli affetti da genitori attenti solo a loro stessi, religioni che nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso, si annientano a vicenda per ragioni di potere, politici i cui unici sforzi sono diretti al conseguimento e al mantenimento di personali privilegi, ambiente ecologico all’ultimo stadio prima dell’implosione, istruzione dimenticata, sottostimata, tesa a produrre una massa di consumatori inconsapevoli, svuotata da metodi poco umani e da sistemi di domande e risposte a quiz, un mondo del lavoro e degli affari ridotto ad un sistema impazzito di produzione di profitto per i pochi, esseri umani ridotti allo stremo delle forze dalle lotte quotidiane, odio per tutto ciò che non è uguale a noi…Questo e’ il pianeta in cui viviamo; un pianeta che sembra essere stato dimenticato da Colui che lo ha creato, privato delle sue ricchezze, abbandonato ad un destino crudele, ridotto ormai a “città dolente”. 2
Saremo noi la “perduta gente” a cui Dante si riferisce nel terzo canto?
Guardandoci indietro con occhi e con sguardo sinceri, dobbiamo admit that the last century, the scene of great social, political, economic, has deprived us of what most inherently belongs to us as human beings. We focused on appearance, we have magnified the need to meet their material needs, we came up with new needs through a targeted media for the consumption of fake goods, we have set ourselves as promoters of unbalanced economic development and in favor of a few, we have forgotten values \u200b\u200bof fairness and sharing, addressing the main aspects of life towards a continuous increase in consumption and obtained in exchange for a gradual but steady invivibilità individual. The local and global information systems, pilotati da una malsana strategia del sensazionalismo e dell’orrore in prima pagina, ci mostrano i tumori sociali, le contraddizioni della vita e i conflitti che da questa dipendono. Come assetati che arrancano in un deserto, siamo stati contagiati dal “miraggio”, da ciò che crediamo di vedere ma che in realtà non c’è.
Analizzando le condizioni di vita della gente e ascoltando empaticamente (in modo sistematico) gli abitanti di questo pianeta, giovani e vecchi, donne e bambini, ricchi e poveri, colti e ignoranti, bianchi e neri, religiosi e atei, le domande che tutti ci poniamo sono le medesime: "dove andiamo?”, “lo scopo della nostra vita risiede forse nell’accumulo di beni e possedimenti, nel soddisfacimento di ogni desiderio e capriccio?”.
Questi sono “come un miraggio nel deserto, miraggio che l'assetato crede acqua ed ecco che, quando lo raggiunge, non vi trova nulla"1, sono come “le ricchezze del mondo che assomigliano a colline di sabbia che il vento sposta ogni giorno di luogo in luogo”2.
Il mondo è popolato da circa sei miliardi di persone, una gran parte di esse impegnata a spendere forze, energie, denaro per raggiungere questo “miraggio del deserto“. E’ produttivo continuare a spendere tempo in questa direzione? O dovremmo piuttosto essere disposti a fermarci, a lasciare cadere le vecchie convinzioni per fare spazio a nuove idee e al cambiamento?
Secondo gli Scritti di Baha’u’llah l’essere umano e’ un essere “ essenzialmente spirituale “ e dopo avere adempiuto ai doveri primari della vita egli deve interessarsi di sviluppare il suo essere interiore: “ L'uomo è il Talismano supremo. La mancanza di un'adeguata educazione l'ha però privato di ciò che inerentemente possiede. Da una parola uscita dalla bocca di Dio egli è stato tratto all'esistenza; da un'altra è stato guidato a riconoscere la Sorgente da cui attingere la sua educazione e da un'altra ancora gli furono garantiti rango e destino. Il Grande Essere dice: Considera l'uomo una miniera ricca di gemme di inestimabile valore. Soltanto l'educazione può rivelarne i tesori e permettere all'umanità di goderne“.3

1 Baha’u’llah – Spigolature
2 Abdul’Baha – Antologia
3 Baha’u’llah – Spigolature

Giuseppe Robiati http://www.bepperobiati.it/
http://www.bahai.it/

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