Wednesday, March 9, 2011

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b. March 10
JOHN CELL


degraded is an abbot at the monastery of Santa Trinita in Florence. You do not know of his guilt: there seems to be half of a woman, and however it is very serious, because after the former abbot of the degradation is locked in a tower for an entire year. Family Name: John Catignano. He joined Young said the monks of Vallombrosa, near Florence by the name of the place where St. John Gualberto in 1051 founded the Order.
It was soon noted for wit, love for nature study and turbulent. Virtues and flaws that led him first to the leadership of the monastery and then to imprisonment in the tower. After a year of captivity, his monks rivorrebbero abbot. But he withdrew into solitude in Vallombrosa, but not within the historic monastery of the cell is a hermitage near his home per sempre, perché ha deciso di punirsi ancora per conto suo, facendosi segregato a vita. E così, per tutti, cambia pure nome. Ora lo chiamano Giovanni delle Celle. Vive lontano da tutto, ma è in contatto per lettera con la vita politica e religiosa del suo tempo, soprattutto di Firenze. Ammiratore e amico di Caterina da Siena, la difende energicamente contro un certo frate Ruffino che l’ha accusata di eresia, e gli scrive: "Caterina gode della tua villania, per amore di colui che tante ne sostenne per lei, e piange della tua cecità e malizia, e prega Dio che ti illumini e ti perdoni". Anche Caterina scrive a lui, e in una lettera gli chiede calorosamente di intervenire a sostegno di papa Urbano VI (Bartolomeo Prignano) al quale nel 1378 alcuni cardinali hanno contrapposto l’antipapa Clemente VII (Roberto di Ginevra). Ecco le sue parole: "Vi prego [...] che voi andiate a Firenze a dire a quelli che sono vostri amici, e che’l possono fare, che lor piaccia di sovvenire al Padre loro e d’attenergli quanto gli hanno promesso".
Giovanni ha sostenuto vigorosamente Caterina quando lottava per far cessare la residenza dei papi in Avignone. E anche ora le dà ascolto, battendosi con gli scritti in favore di papa Urbano, soprattutto con i governanti fiorentini. Ma rimane nella sua cella: per nessun motivo verrà mai meno alla segregazione perpetua che ha voluto infliggersi. Prega, studia e scrive, sempre lì per un quarantennio, guadagnandosi pure fama letteraria di "prosatore vivo e forte" (don Giuseppe De Luca). Conosce a fondo i grandi scrittori della classicità latina, e gli sono familiari anche gli italiani del suo secolo, Dante e Petrarca.
Ma soprattutto da quella solitudine Giovanni diventa guida spirituale per uomini e donne, sempre scrivendo: ai reggitori di Firenze, a laici e a chierici, a uomini e a donne, a chi ha perduto un figlio, e pure all’abate di Santa Trinità (che ha preso il suo posto quando l’hanno degradato). Nella sua cella riceve la notizia della morte di Caterina nel1380, e lì si spegne in un anno imprecisato, 1394 o 1396. Poco dopo la sua morte, l’Ordine Vallombrosano già lo venera come beato.

Author: Domenico
Agassi

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